Psicologia del gelato: dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei!Psicologia del gelato: dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei!Psicologia del gelato: dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei!Psicologia del gelato: dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei!
  • Trattamento attacchi di panico
  • Parla al cuore del tuo pubblico
  • Gestione dello stress
  • Centro Attacchi di Panico
  • Blog
  • Contatti
  • Corsi
  • Carrello
✕
Psicologia sotto l’albero: il significato del regalo di Natale.
8 Dicembre 2017
Yoga della Risata: impara a ridere per combattere lo stress!
29 Marzo 2018
Postato da Mariella Bruno il 15 Marzo 2018
Categorie
  • Ultimissime
Tags
  • cono
  • coppetta
  • emozioni
  • fame emotiva
  • gelato
  • gusto

Psicologia del gelato: dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei!

 

Ti sei mai chiesto cosa ti porta a scegliere un gusto piuttosto che un altro? La coppetta piuttosto che il cono? E poi…hai mai provato a sentire quante emozioni ci sono nel gustare un gelato?

La gelateria è un po’ il paese dei balocchi per grandi e piccini. Si, perchè il gelato offre un’esperienza  polisensoriale  comune a tutti, a prescindere dall’età, dal sesso, dalla cultura e dal ceto sociale, eppure ci sono differenze. Come ogni scelta e decisione  di vita, anche la scelta del gelato e del modo di gustarti il gelato parla di te e di come scegli di viverti questa esperienza: con tutti i sensi, con qualche senso o in modo insensato. La scelta del gusto, la scelta del cono piuttosto della coppetta, decidere di passeggiare o starsene comodamente seduti, da soli o in compagnia… ogni decisione che prendi parla di te, del tuo modo di esser-ci nel mondo, cosa vuoi e cosa dai alla vita, alle relazioni, a te stesso!

Sicuramente il gusto del cibo è fortemente condizionato dagli influssi sociali, storici, psicologici ed è comunque altamente soggettivo. Pur essendo soggettivo è anche qualcosa che può essere coltivato, apprezzato, migliorato, ma soprattutto ascoltato con l’adeguata attenzione che merita. Gustare bene significa, innanzitutto, rispetto per sé stessi e poter imparare a scegliere in modo responsabile e consapevole. Ma per gustare bene occorre educare i nostri sensi ed imparare ad essere in con-tatto con la nostra mente e il nostro corpo per poterci nutrire con amore. Questo perchè mediante l’alimentazione si contribuisce a sviluppare le basi psicologiche dell’identità e della personalità dell’individuo. Il cibo e il modo di alimentarsi sembrerebbero quindi un teatro il cui linguaggio indica tratti importanti della personalità e del suo funzionamento.

Inconsciamente anche i gusti alimentari in genere e, in tal caso, del gelato, hanno una precisa ragione psicologica. Ecco perchè amiamo alcuni cibi e ne detestiamo altri. Prescindendo delle abitudini familiari e regionali, il nostro gusto alimentare esprime emozioni inconsce. Ad esempio il sapore speziato di erbe aromatiche indica spesso una tendenza ad imbarcarsi verso stati psicologici della mente che cerca qualcosa di più naturale, di più primitivo ed eccitante. Tendenzialmente la persona che ama cibi più speziati assume un atteggiamento di curiosità e di avventura, di sperimentazione di quel che ancora non conosce nella vita, assaggiando ad esempio cibi nuovi, inconsueti.

Un’altra riflessione…generalmente scegli coppetta o cono? Alcuni colleghi sostengono che chi sceglie il  cono con cialda tenderebbe a prediligere un’esperienza sensoriale completa non negandosi nulla, contando sulla sicurezza di un appagamento finale. Chi mangia il cono generalmente è una persona che si vive la vita in tutti i suoi colori, in modo diretto e genuino. Chi invece sceglie la coppetta, tendenzialmente è una persona più controllata e misurata. È il formato preferito da chi non riesce a lasciarsi andare fino in  fondo e concedersi un piacere (che a volte “sporca” le mani o i vestiti), e da chi  deve mantenere le buone maniere, anche con se stesso.

Infatti, come sostengono gli autori di “Psicologia del gusto e delle preferenze alimentari”: “Che vi piaccia o no, il modo in cui mangiamo è strettamente correlato a ciò che siamo o vogliamo diventare. Di fatto, è la presentazione privata e pubblica di noi stessi attraverso il cibo, giacché, per quanto attiene al temperamento, i significati del cibo sono ubiqui e spesso paradossali, nel senso che sono rivolti sia all’interno sia all’esterno. Possiamo cioè mangiare in maniere che mirano a soddisfare necessità interne e personali, oppure sono destinate a produrre un’impressione negli altri. Il nostro comportamento alimentare può quindi essere intimo e velato, come l’abbigliamento, può far parte della immagine sociale che noi stessi costruiamo” .

Quando mangi un gelato, non mangi un cibo come tutti gli altri. Innanzitutto ritengo che un gelato non si mangi (se ci pensi, la maggior parte delle persone non addenta o mangia a morsi un gelato) . Un gelato si gusta e per ogni gusto si riassaporano specifiche emozioni.  Quando scegli un gusto, stai scegliendo un’emozione da assaporare. La collega Palumbo sostiene che  “Gli innamorati prediligono il gelato alla crema, chi è felice mischia senza problemi i gusti, ad esempio cioccolato con limone“.

Cosa accade a livello anatomico? Neurofisiologicamente gustando un gelato, viene trasmesso un segnale dalla cavità orale alla corteccia cerebrale, la parte consapevole del cervello, e viene contemporaneamente comunicato anche al sistema limbico, che rappresenta la parte inconsapevole. Gusto ed emozioni hanno pertanto un collegamento, anche anatomico, molto stretto. I ricercatori dell’Istituto di Psichiatria di Londra, attraverso tecniche di NeuroImaging, hanno dimostrato che il gelato «accende» gli stessi centri del piacere nel cervello stimolati da una vincita di denaro o dall’ascolto della musica preferita.  Gustare il gelato riattiva emozioni di gioia e piacere, legate all’immagine/ricordo che ognuno di noi ha del gelato ma anche alla sua consistenza, temperatura, il fatto che si scioglie in bocca. Riporta quasi ad un modo di cibarsi tipico dell’età infantile, per cui gustare un gelato, il proprio gelato preferito, è una vera e propria pausa sensoriale che si irradia positivamente sull’umore.

Se ci pensi, il gelato è uno di quei pochi cibi che possiamo gustare con le mani, in modo semplice  e diretto, senza posate o senza sedersi necessariamente a tavola. Questa esperienza polisensoriale permette di “lasciarsi andare” dalle convenzioni e formalità che a volte la vita impone, come se il gelato contribuisse a sciogliere le nostre “difese”, a volte rigide, vivendo e gustando la vita e le relazioni in modo più diretto e genuino.

Non solo la scelta, ma anche il modo di gustare il gelato è uno specchio della personalità, come spiega il professor Alessandro Amadori, psicologo: “Ci sono quattro possibili modi di mangiare il gelato: leccando,  succhiando, a morsi, a morsetti. Chi mangia il gelato leccando è una persona che ama la vita sociale, che partecipa molto volentieri ai contesti sociali e ama conoscere gente nuova. È la  modalità degli ottimisti. Succhiare è una forma più ‘infantile’ di leccare: chi mangia il gelato così  probabilmente è una persona molto orientata ai legami affettivi intensi, quasi simbiotici. Chi invece consuma il gelato a morsetti tende ad essere una persona attenta, che non ama prendere decisioni  affrettate e prevalentemente riflessiva. Chi, infine, mangia il gelato a grandi morsi è una persona testarda, che vuole decidere di testa propria, che ama lavorare e che è tendenzialmente molto sincera”.

Seppur il gelato contribuisca al benessere psico-emotivo della persona, con questo non intendo che gustare un gelato risolve le proprie problematiche emotive. Anzi, a volte il cibo, ed in particolare gli alimenti dolci come il gelato, diviene il principale meccanismo per far fronte ad alcune emozioni, sentendo ad esempio di aprire il frigorifero ogni volta che ci sente turbati, arrabbiati, soli, stressati, stanchi, o annoiati. Se ci pensi in tal caso non si sta più gustando un emozione, bensì la si sta soffocando, affogando l’emozione che non si vuol sentire in una coppa di gelato ad esempio. La “fame emotiva” porta a mangiare in maniera “insensata”, per cui ci priva di quella esperienza polisensoriale genuina. I sapori non si percepiscono poiché la “fame emotiva” è volta principalmente alla sensazione di pienezza, proprio perché in alcuni casi il cibo è funzionale a riempire il senso di vuoto emotivo, di noia, di tristezza, di rabbia. Ma sappiamo bene che più affoghiamo le emozioni e più queste risalgono a galla con molta più potenza. Ma questa è un’altra storia …magari da approfondire in un altro momento.

In occasione del “National Ice Cream Month”, negli USA, gli esperti hanno stilato una sorta di vademecum della personalità in base al gusto di gelato scelto. Al fine di decodificare i tratti della personalità è stato condotto uno studio dai dottori Baskin-Robbins, Fondatore dello Smell ‘n’ Taste Treatment and Research Foundation di Chicago, e Alan Hirsh.
I risultati sono interessanti, ad esempio è stato osservato che le persone che prediligono il gelato chiamato “Sorbetto Rainbow” (ossia il gelato multigusto alla frutta) sembrano essere più pessimiste, nonostante sia un gelato pieno di colori e dal sapore leggero. Coloro che invece preferiscono il gelato “Rocky Road” (ossia il gelato al cioccolato con pezzi di nocciola) sono in realtà dei buoni ascoltatori.

Ed ecco l’elenco dei gelati e le relative personalità associate dai due esperti, così come riportate dal New York Daily News (fonte: lastampa)
– Gelato alla vaniglia: chi preferisce questo gusto è molto più probabile sia un tipo impulsivo, facilmente suggestionabile e un idealista.
– Gelato al cioccolato: chi predilige il gusto cioccolato è molto più probabile sia un tipo drammatico, vivace, affascinante, provocante, seducente ma anche credulone.
– Gelato ai frutti di bosco: la personalità di questo tipo è molto più probabile sia tollerante, devota e introversa.
– Gelato cioccolato alla menta: chi preferisce questo gusto è probabile sia una persona polemica, frugale e prudente.
– Gelato al cioccolato/biscotto: scegliendo questo gusto si è molto probabilmente dei tipi ambiziosi, competitivi e visionari.
– Gelato alla crema, vaniglia e praline: chi sceglie questo gusto è più probabile sia amorevole, solidale e preferisca evitare i riflettori.
– Gelato al caffè: chi sceglie il gusto caffè si ritiene sia un tipo scrupoloso, coscienzioso e un perfezionista morale.
– Gelato al cioccolato: è probabile si tratti di una persona generosa, competente e intraprendente.
– Sorbetto alla frutta: chi sceglie questo gusto è molto più probabile sia una persona analitica, decisa ma anche pessimista.
– Gelato al cioccolato e pezzetti di nocciole: chi si gusta questo gelato è molto più probabile possa essere un tipo aggressivo, accattivante ma anche un buon ascoltatore.

Dunque l’aspetto psicologico nel gustare un gelato è fondamentale. Permette di riassaporare momenti felici dell’infanzia, dell’adolescenza o dell’età adulta in cui ci si è dedicati questa dolce e fresca coccola d’amore. Permette di gustarsi le nuove emozioni del presente…insomma una coccola gelida che riscalda il cuore.

Ed ora, fermandoti a riflettere, a te cosa porta a scegliere un gusto piuttosto che un altro? Ti ritrovi in questo elenco? E poi, scegli il cono o la coppetta?

Al di là di questo elenco e dei relativi tratti di personalità stilati dai ricercatori, ritengo che la personalità sia altamente soggettiva e multi sfaccettata per cui non si può “etichettarla” in schemi ed elenchi rigidi…forse ritrovi parti di te nel gusto prediletto, forse no. Gustiamoci questa coccola senza troppa razionalità!

 

Share
Mariella Bruno
Mariella Bruno
Mariella Bruno è psicologa e psicoterapeuta nella provincia di Taranto, Puglia, Italia. Specializzata nella cura dei disturbi di ansia, panico, stress, public speaking e comunicazione efficace.

Articoli correlati

16 Gennaio 2025

Mind Book: la piccola libreria gratuita per il tuo benessere


Leggi ancora
21 Gennaio 2024

Da paziente a terapeuta: il mio libro sugli attacchi di panico


Leggi ancora
30 Marzo 2023

Corso di Gestione dello Stress


Leggi ancora
  • Trattamento attacchi di panico
  • Parla al cuore del tuo pubblico
  • Gestione dello stress
  • Centro Attacchi di Panico
  • Blog
  • Contatti
  • Corsi
  • Carrello

Dott. Mariella Bruno

Per la cura dei disturbi di ansia, panico, stress, crisi emotiva e di relazione, public speaking e gestione dello stress.

© 2014 Dott. Mariella Bruno - PIVA 02794460739 - Tra Corpo e Psiche | Psicologa Psicoterapeuta
    0

    0,00€

      ✕

      Accedi

      Password dimenticata?

      • Shop
      • Il mio account
      • 0 Carrello
      Dott.Roberto De Falco

      Dott.Roberto De Falco

      Sono il dott. Roberto De Falco, psicologo formato in neuroscienze e neuropsicologia cognitiva.

      Cresciuto giá nei primissimi anni di vita in ambienti di volontariato sanitario assieme alla mia famiglia, ho sviluppato negli anni una forte sensibilità nel supporto umanitario. Questa dedizione mi ha portato poi ad approfondire le conoscenze in maniera più professionale con competenze universitarie.
      Mi occupo principalmente di valutare e recuperare tutte quelle difficoltà cognitive che possono accompagnarci sin dai primi anni di vita fino all’ etá senile, quali attenzione memoria apprendimento linguaggio orientamento, per motivi di studio, lavoro o recupero da qualsiasi danno cerebrale.

      Mi occupo inoltre di psicologia della salute, che permette di indagare le varie sfumature della salute psico-fisica, permettendo, attraverso la collaborazione con altri colleghi psicologi o medici di ottimizzare la tua qualità di vita.

      Studioso di musica, fisica quantistica e tecniche di medicina olistica integrata quali ” tecniche del suono” che abbinate a sessioni di training autogeno e mindfullness si rivelano molto utili nel trattamento dell’ ansia, stress generalizzato, disturbi del sonno e somatizzazioni.

       

      Dott.Osvaldo Burattini

      Medico chirurgo

      Specializzato in Cardiologia Interventistica

       

      Da sempre appassionato agli studi scientifici, mi sono avvicinato al mondo della medicina per vicissitudini familiari per cui ho sempre aspirato ad essere un cardiologo.

      Dopo il diploma di Maturità Scientifica (voto: 100/100) mi laureo in Medicina E Chirurgia (voto: 110/110 cum laude) – Università degli studi Di Bari “Aldo Moro” con tesi sperimentale in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dal titolo “Ruolo dell’inquinamento ambientale sulla malattia cardio-cerebrovascolare: studi di epidemiologia sulla popolazione di Modugno. Dati preliminari” e mi abilito all’esercizio della professione medica presso l’Università degli Studi di Bari ed iscrizione all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari (MAT. n. 15411). Successivamente mi specializzo in malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’ Università degli studi Di Bari “Aldo Moro” (voto 70/70 cum laude) con tesi sperimentale dal titolo “Emostasi di accesso femorale 14-Fr mediante singolo dispositivo dedicato “a sutura” in pazienti sottoposti a TAVI: Sicurezza, fattibilità e curva di apprendimento”. Attualmente frequento il master di II livello ““Percutaneous interventional treatment of structural heart diseases” presso la Scuola Supriore Sant’Anna di Pisa.

      Durante la mia specializzazione ho scelto  di intraprendere l’ultraspecializzazione in ambito interventistico per l’impareggiabile emozione di salvare una vita umana.

      Per approfondire tale branca, ho affrontato un periodo di intensa formazione professionale c/o la Casa di Cura Montevergine di Mercogliano (da anni fra i leader italiani per numero di procedure cardiologiche inteventistiche) dove ho eseguito da primo operatore procedure di angioplastica coronarica, angioplastica carotidea e periferica (arterie femorali, succlavie e renali) oltre che partecipare attivamente agli interventi di trattamento percutaneo delle cardiopatia strutturali (valvulopatie, endoprotesi aortiche, chisura dell’auricola sinistra e chiusura del forame ovale pervio) sui quali si concentra il gruppo di attività scientifica ed il Master a cui sono attualmente iscritto presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

      Inoltre, durante la mia permanenza in Campania, ho approfondito l’attività di terapia Intensiva Cardiologica nella stessa struttura sopra citata ed ambulatoriale presso il Centro medico convenzionato Convezionato CMC di Ischia dove effettuavo visite cardiologiche, Holter ECG delle 24 h, Ecocardiogrammi e Test da sforzo.

      Da Settembre 2021 sono Cardiologo Emodinamista presso l’ospedale SS. Annunziata di Taranto dove eseguo autonomamente interventi di angioplastica coronarica in urgenza (primaria) ed in elezione oltre che chiusure di forame ovale pervio.

      Attualmente ho eseguito da primo operatore più di 100 angioplastiche primarie in urgenza e più di 1000 angioplastiche coronariche in elezione.

      Dott.Marco Papalino

      Esperto in esordi di patologia psichiatrica, Disturbi d’ansia, Disturbi dell’Umore, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbi correlati ad eventi traumatici, Disturbi Psicotici, Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, Disturbi di Personalità.

      Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro dove mi sono specializzato in Psichiatria con votazione massima con lode.
      Ho frequentato, inoltre, la scuola di Psicoterapia, della durata quadriennale, ad indirizzo Cognitivo Post-Razionalista (IPRA) specializzandomi con lode e il primo livello di EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
      Ho una lunga esperienza nell’individuazione degli stati mentali a rischio nei giovani, nel trattamento di esordio della patologia psichiatrica nonché nella divulgazione del concetto di salute fisica nei soggetti affetti da patologia mentale, con partecipazione a diversi progetti nazionali e internazionali.

      Nel 2020 ho lavorato come consulente psichiatra presso la sede pugliese della Sovraintendenza Sanitaria Regionale dell’INAIL per la valutazione degli eventuali postumi psichiatrici (disturbi d’ansia, attacchi di panico, reazioni di adattamento, disturbo post-traumatico da stress) secondari alla positività al Sars-CoV-2.
      Sono co-autore di numerose pubblicazioni internazionali a cura del Gruppo di Neuroscienze Psichiatriche del Policlinico di Bari, con particolare attenzione all’eziopatogenesi dei disturbi psichiatrici e predizione della risposta al trattamento.

      Nel mio approccio al paziente ho a cuore la necessità di creare un rapporto di fiducia e condivisione che sia basato sull’ascolto attivo delle esigenze del paziente al fine di stabilire un clima sereno, positivo e accogliente; da questo assunto parte il mio incontro con l’interlocutore, in una pratica clinica che, grazie all’integrazione della terapia farmacologica e di un approccio psicoterapeutico, mira alla restituzione del completo benessere mentale.

      Dott.ssa Alessandra Anatilopan, posturologa

      Postura respiro nel disturbo di panico

      Dietro gli occhi di ogni mio cliente c’è un anima che ha qualcosa da raccontare… l’anima può SENTIRE l’amore, la delicatezza, la vera presenza, il profondo rispetto…  ma anche paure.
      Di fatti L’emozione che tutti meglio conosciamo, è la paura di morire, di soffrire, di non farcela, di rimanere soli, di vivere, di ammalarsi, di non avere più via d’uscita, di non essere considerati, di non essere all’altezza… paura del presente e del futuro, paura di invecchiare ecc…
      Alla paura le diamo,così, il potere di entrare nel nostro sistema vitale e abbassare l’energia presente…predisponendoci a malattie e dolori, quindi affacciandosi alle finestre della POSTURA…!
      È un’anima che ha vissuto esperienze, forse più di quelle che pensiamo e un’anima che sente, che percepisce, che soffre più di quanto immaginiamo, di fatti OGNI SOFFERENZA SI RIFLETTE SULLA POSTURA CHE SI PUÒ CHIUDERE, IRRIGIDIRSI, PIEGARSI ma soprattutto può bloccare IL RESPIRO nel tentativo di continuare a vivere… nonostante tutto!
      È l’anima che abita in quel corpo che ci chiede aiuto per i dolori per cui soffre, che altro non sono che il risultato finale di uno squilibrio… a volte emotivo, a volte meccanico-posturale e molte altre volte …..da scoprire !!…ricercandone le cause!
      Ed è qui che entra in azione la mia conoscenza PANCAFIT e il suo metodo applicativo!
      Le posture decompensate del metodo RAGGI offrono al corpo e all’anima in esso “imprigionata” di localizzare e sentire… affrontare, comprendere e liberare le tensioni nel respiro (diaframma) recuperando libertà, scioltezza e benessere psicofisico…
      Ovviamente non mi occupo di psicoterapia, ma di espressione corporea.

      IL CORPO PARLA, LA POSTURA MIGLIORA, IL PAZIENTE STA MEGLIO.

      Dott.ssa Mariella Bruno

      Conosco bene gli attacchi di panico.

      E no, non semplicemente come psicologa.

       

       

      E’ estate ed il cielo su di me è sereno. Mi diplomo con il massimo dei voti, supero due concorsi, a Bari e a Roma, per entrare alla Facoltà di Psicologia e così, ho anche l’opportunità di scegliere dove proseguire i prossimi anni della mia carriera universitaria. E poi, un fidanzato così amorevole, con cui condivido già 4 anni della mia adolescenza…

      Sembra tutto così bello! Vero?!

      Improvvisamente l’aria diventa pesante, come se un gas tossico stesse incupendo la stanza in cui mi trovo. Sono in struttura sanitaria di Taranto ed ho accompagnato mia madre ad una delle tante visite mediche di questi anni. Il cuore palpita con sempre più veemenza, le mani si gelano e l’anima si gela come se stesse a meno 20 gradi e la testa prima di diventare vuota, mi gira, mi gira e mi gira…

      “Non sto bene!”, con delicatezza, nonostante la violenza dei miei sintomi, chiedo aiuto a chi è intorno a me. Non ho paura. Ancora no.

      Alcune persone, mi fanno stendere a terra e mi invitano ad alzare le gambe, mi danno un cioccolatino e resto sdraiata per un po’…

      Ecco, questo è il mio primo attacco di panico.

      Che è come il primo amore! …non si scorda mai!

      Ma non fu questo quello più violento. Fu solo un assaggio…

      Inizio ad avere attacchi di panico ricorrenti ed inaspettati al punto che non percepisco più parti del mio corpo, come se non stessi più nel mio corpo, mentre il respiro si blocca al petto e non scende giù.

      Con le mani gelide e tremanti sul petto, dico a chi è lì con me: “Sto soffocando!” allora cerco di respirare più intensamente e ancora più intensamente per prendere aria, ma più respiro intensamente e più l’aria mi manca!

      Le mie labbra tremano, sono violacee come le mani ed i piedi, sudo freddo e il cuore tachicardico non si ferma più. Il corpo trema, continuo a sentire freddo e all’improvviso una vampata di terrore.

      Angoscia di morte.

      Pronto Soccorso, goccine, sfiacca sul letto e poi, punto e a capo.

      Sopravvivo quattro anni così: tra pronto soccorso, calmanti e energia altalenante.

      Non mi fermo molto ad ascoltarmi. In realtà non me lo chiedo proprio. Non me l’ha insegnato nessuno e non ne vedo l’importanza.

      Così il mio corpo continua a parlarmi, ma ancora non lo ascolto.

      Quindi decide di urlarmi!

      Ripetuti attacchi di panico con derealizzazione e depersonalizzazione mi portano a vivere nella “paura della paura”. Evito luoghi affollati, strade troppo ampie, strade troppo chiuse, di guidare o viaggiare sola.

      “Ho bisogno di aiuto!”

      La diagnosi di Disturbo da Attacchi di Panico mi giunge quando decido di consultare uno psichiatra. Inizio ad assumere antidepressivi e ansiolitici. Il mio corpo cambia di nuovo.

      Sembra iniziare ad andare meglio, tuttavia il sottofondo angosciante è pesantemente sempre dentro di me.

      Mi laureo con il massimo dei voti mentre nel mio corpo circola Entact e Lorazepam.

      Nonostante la terapia farmacologica, non posso dire di stare bene. Sì, sto meglio ma non sto bene.

      Così, una sera mentre sono a visita ginecologica, il mio ginecologo poco prima di salutarmi, mi lascia un numero di telefono e mi suggerisce di rivolgermi ad uno psicoterapeuta.

      Da qui… la mia graduale, sofferta ed amata rivoluzione.

       

      .

      .

      Sono Mariella Bruno, psicologa e psicoterapeuta. Mi laureo all’Università degli Studi di Bari e mi specializzo presso l’Istituto PsicoUmanitas con sede centrale a Roma. Ma prima frequento un anno di Analisi Transazionale in Campania, che non posso proseguire per questioni economiche. Nel frattempo scopro una innovativa scuola di formazione per psicoterapeuti, casualmente (…che poi, esiste il caso?!) proprio nella mia città, Taranto. Wow!

      Un percorso professionale, che poi scopro esser soprattutto personale, dove il corpo è al centro della “cura” in ambito psicoterapico.

      Mi incuriosisce! Proprio il corpo che era stato “violentato e desensibilizzato” dagli attacchi di panico!

      Mi diplomo in Psicoterapia Umanistica e Bioenergetica e proseguo la mia analisi personale con il prof.Antonio Lo Iacono. Due volte al mese sono a Roma per sentire il mio corpo ed integrarlo alla mia mente iperattiva, bramosa di stimoli sempre nuovi.

      Con Antonio ho imparato ad “esser-ci”, negli intervalli più bui ad accogliermi. Grazie a lui, ho sentito poteva essere possibile sposarmi. Sino a quel momento temevo il “per sempre”.

      Non mi fermo qui…desiderosa di conoscenza, mi specializzo in Psicologia Giuridica e inizio a collaborare con avvocati per CTP ma subito sento non esser la mia strada.

      Così inizio a chiedermi

      “Cos’ha valore per me? Per cosa vale la pena vivere ogni singolo giorno della mia vita?”

      Ecco, due sono i grandi valori della mia vita.

      La mia famiglia e il mio lavoro.

      E nel mio lavoro, inizio a dedicare la parte più creativa di me nello scoprire come aiutare persone che soffrono di disturbo da attacchi di panico a riprendere in mano la propria vita. Frequento corsi con orientamenti diametralmente opposti, dal cognitivo comportamentale, al gestaltico, allo strategico sino ad approdare all’E.M.D.R.

      Inizio a creare un mio protocollo d’intervento, dove integro tutte le tecniche apprese…e dove ogni giorno mi rendo conto che la tecnica regina non è altro che la relazione che si crea tra me e la persona di fronte a me.

      È la relazione che cura.

      Nel frattempo inizio a sentire una forte attrazione verso la divulgazione di ciò che ho appreso, non solo al singolo ma a più persone. Così lavoro come formatrice. Formo professionisti, aziende e pubbliche amministrazioni a saper gestire al meglio lo stress, l’ansia e a saper comunicare in modo efficace per raggiungere la propria autorealizzazione.

      Mi specializzo in Analisi Transazionale Organizzativa TAP-O a Roma, presso Human Value Seminari Romani di AT e lo stesso anno conseguo due corsi di alta formazione in Public Speaking.

      Inizio a divulgare gratuitamente contenuti di psicologia, con particolare riferimento al panico e allo stress, sui social…e così un pomeriggio, mi arriva una mail.

      Apro e leggo un invito a collaborare con una emittente televisiva.

      Penso: “Mah, vorranno invitarmi come ospite a parlare dell’emergenza Covid e ricadute psicologiche!”

      Vado all’appuntamento con il direttore artistico di questa tv regionale e…

      …nasce “Emotiva” a canale 15 di Studio100 tv. In onda ogni sera in preserata.

      Il direttore artistico di Studio100tv non desidera semplicemente una psicologa ma, asserisce con fermezza in sede di prima conoscenza, una psicologa che sapesse condurre un programma tv e pertanto comunicare televisivamente. Guardando i miei video sui social, rimane colpito dalla mia capacità comunicativa accogliente e “televisiva”.

      Sono fiera di me. Ma non solo per quello che faccio.

      Sono fiera di me per ciò che divento mentre faccio. Accogliendo i miei ossimori, la mia moltitudine e la mia solitudine, il mio esser un po’ gotica e un po’ barocca.

      E ci respiro dentro…

      Oggi sono responsabile del Centro Cura Attacchi di Panico “Tra Corpo & Psiche” a San Giorgio Jonico e collaboro insieme a eccellenze pugliesi in ambito medico, psicoterapico, nutrizionale per aiutare le persone a riprendere in mano la propria vita!

      Dott. Orazio Lippolis

      Medico psichiatra, esperto in criminologia Dirigente Medico U.O.C. di Psichiatria ASL TA

      Dott.ssa Elisa Caramia

      Medico psichiatra, omeopata, agopuntore in formazione

      Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Psichiatria presso l’Università degli Studi di Bari ed iscritta all’Albo degli Psicoterapeuti. Successivamente a questi percorsi mi sono interessata di Medicine Complementari: ho completato la Scuola triennale di Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate dell’A.M.I.O.T. e ho frequentato corsi di floriterapia, kinesiologia, fitoterapia.

      Attualmente sto studiando Medicina Classica Cinese e Agopuntura.

      Sono appassionata di testi e tradizioni antiche, mi interessa il ruolo terapeutico delle fiabe popolari e della mitologia.

      Per quanto concerne l’attività libero professionale mi occupo, nell’ambito dei disturbi d’ansia, di Medicine non Convenzionali attraverso l’utilizzo della kinesiologia, della fitoterapia, della floriterapia, della omeopatia.

      Dott. Andrea Urso

      Biologo nutrizionista, dietista personal trainer, vicepresidente nazionale NutriProf

      Quella tra emozioni e cibo è una relazioni bilaterale: quello che mangiamo influisce sul nostro stato d’animo e le emozioni che proviamo influiscono sul nostro modo di mangiare. Cooper et al. (1998) ci dice che non riuscire a gestire gli stati d’animo negativi influisce notevolmente nella comparsa e nel perdurare dei disturbi del comportamento alimentare.

      Sono Andrea Urso Biologo Nutrizionista, dietista, in otre dieci anni di professione ho compreso che molto spesso è mente, lo stress, l’ansia che comandano il nostro modo di mangiare e viceversa.
      Un approccio multidisciplinare risulta la chiave vincente

      Dott. Roberto Decarolis

      Psicoterapeuta, istruttore Mindfulness MBSR

      Sono psicoterapeuta, consulente in psicologia dello sport, psicologo palliativista, istruttore del protocollo M.B.S.R.

      Mi sono iscritto al corso di laurea in Psicologia a 26 anni, prima ho sperimentato altro: mi sono iscritto a Ingegneria Elettronica (sono un Perito di Elettronica Industriale) ed ho lasciato dopo 3 anni, poi ho lavorato in un negozio, ho fatto il rappresentante e vendita diretta. Nella vita ho sempre sentito il bisogno di sperimentare cosa mi faceva stare bene per scegliere la mia ‘strada’.

      Finalmente, il 5 maggio del 1999, ho compreso la mia vocazione: diventare Psicologo. 3 anni prima avevo fatto un’esperienza di psicoterapia di gruppo durata 24 mesi che ha cambiato la mia vita.

      Sono diventato Psicologo ed essendo stato un calciatore per 20 anni nella categoria Dilettanti ho fatto un Master per diventare Consulente in Psicologia dello Sport.

      Nello scegliere la scuola di specializzazione per diventare Psicoterapeuta sentivo il bisogno di coinvolgere il corpo, non mi bastava lavorare solo sulla mente ed ho scelto l’approccio Umanistico e Bioenergetico.

      La Bioenergetica è la parte della Psicologia più vicina al corpo. Ma da tempo sentivo che anche questo non mi bastava e così ho conosciuto la meditazione Vipassana. Ho deciso di specializzarmi e sono diventato istruttore di un protocollo chiamato M.B.S.R. (Mindfulness Based Stress Reducion) che mi permette di lavorare con la meditazione.

      Tutto quello che propongo nel mio lavoro l’ho prima sperimentato sulla mia ‘pelle’, credo che prima di aiutare un’altra persona bisogna essere capaci di aiutare sé stessi.

      dott.ssa Mariella Pipoli

      Psicoterapeuta della coppia e Sessuologa

      Perché sono diventata psicologa psicoterapeuta? Fin da ragazzina ho sentito il desiderio di scoprire il modo più adatto che permettesse a chiunque di dare il meglio di sé… succedeva già con i compagni di scuola che non amavano studiare e scoprivo che ognuno aveva talenti diversi, che difficilmente emergevano finché esisteva un solo modo per guardare le persone… E quando, attraverso alcuni dei miei educatori, i più speciali, ho visto come la psicologia permettesse di trovare un senso più pieno e profondo nelle esistenze, allora ho iniziato a intravedere il mio percorso.

      Ho fatto entrare la Psicologia nella mia vita e, da quel momento, mi sono messa alla ricerca, che continua ancora oggi, delle migliori espressioni del benessere. Dopo la laurea, ho cercato una scuola di specializzazione in Psicoterapia che desse importanza non solo alla parola ma anche al corpo, perché iniziavo a scoprire quanto siano inscindibili tra loro le emozioni, i pensieri, le manifestazioni corporee…siamo un tutt’uno in quello che ci accade! Cosi ho scelto l’indirizzo Umanistico-Bioenergetico che, insieme a maestri e colleghi meravigliosi, mi ha permesso di trovare quell’unità mente-corpo che ricercavo e di guardare ogni persona nella sua totalità e unicità.

      E, man mano che sono andata avanti nel mio lavoro clinico, accompagnando tante persone nella comprensione delle loro difficoltà e del loro disagio, dall’ansia alla depressione, da una crisi motivazionale a un problema con il partner, ho individuato un tema che mi sta particolarmente a cuore, ovvero, le relazioni familiari, come “culla” in cui le dinamiche che accadono contribuiscono a dire chi siamo noi. Per questo ho scelto di ampliare il mio ambito professionale e la mia sensibilità personale con le specializzazioni in Psicosessuologia e in Psicoterapia della Coppia e della Famiglia (un modello sistemico-gestaltico italo-brasiliano) per potermi dedicare a 360° al benessere della persona e di queste nostre relazioni attraverso le quali siamo concepiti, nasciamo, ci formiamo, ci separiamo, realizziamo noi stessi, non una sola volta, ma ogni volta che scegliamo una nuova relazione o un nuovo modo di stare nelle stesse relazioni. E da quando sono diventata mamma, nella primavera del 2021, tutto questo ha un valore ancora più profondo per me.